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Istintivo e Pensatore: coinquilini particolari!

13 Giu, 2022 | Crescita personale

Sentire di avere il controllo, di essere padroni del proprio destino è uno dei motori più potenti sia del benessere che della performance.

Coloro che sentono di avere il controllo, a casa come al lavoro, hanno, infatti:

  • i risultati migliori
  • una soddisfazione più elevata in ogni aspetto della loro vita,
  • livelli più alti di felicità.

Ed è molto interessante notare che questi benefici abbiano poco a che fare con quanto controllo abbiamo realmente. Conta piuttosto quanto pensiamo di averne.

L’Istintivo e il Pensatore

Per capire meglio che cosa accade quando abbiamo la sensazione di non avere più il controllo sulla nostra vita, occorre guardare più da vicino ciò che succede nel nostro cervello.

Le nostre azioni sono determinate da due parti del cervello spesso in conflitto tra loro:

  • l’Istintivo, cioè la parte più antica del nostro cervello (o sistema limbico). Presiede le emozioni e in essa regna l’amigdala. Quando avverte un pericolo (reale o immaginario), entra in modalità “combatti o scappa”. Innesca immediatamente tutta una serie di reazioni come il rilascio di adrenalina e cortisolo. Questo era utilissimo nella Preistoria quando c’erano animali feroci e pericoli ovunque, ma lo è molto meno oggi!
  • Il Pensatore, cioè la parte più giovane del cervello. Risiede nella corteccia prefrontale. Ci fa ragionare in modo logico, trarre conclusioni da varie informazioni e pianificare il futuro.

L’Istintivo e il Pensatore di solito convivono pacificamente. Quando siamo stressati o sovraccarichi e fuori controllo, però, l’Istintivo tende a scavalcare il Pensatore e a prendere il comando. Bada bene, non è una reazione consapevole, è biologica e collegata alla produzione del cortisolo; gli psicologi lo chiamano dirottamento emotivo. Quando l’Istintivo prende il sopravvento ci sentiamo impotenti e sopraffatti, le nostre abilità decisionali, la produttività e l’efficacia crollano drasticamente.

Come facciamo a svegliare il Pensatore affinché riprenda il controllo?

3 step per riprendere il controllo

  1. Il primo passo è la consapevolezza di sè. Capire quello che stiamo provando. Riuscire a tradurlo in parole (per iscritto o a voce) ci permette di reagire più velocemente.
  2. Il passo successivo è capire su quali aspetti della situazione abbiamo già il controllo e su quali no. L’ideale è fare due liste su un foglio diviso a metà. Da un lato elenchiamo le angosce che dobbiamo lasciar perdere perché ci sono sfuggite di mano; dall’altro, invece, le aree su cui i nostri sforzi possono avere un impatto concreto. Questo ci permette di concentrare le nostre energie in modo appropriato.
  3. Individuato ciò che è sotto il nostro controllo, è il momento di scegliere un piccolo obiettivo. È importante focalizzarci su qualcosa che sappiamo di poter raggiungere velocemente. Gestire un problema o una situazione alla volta. Questo ci permette di reimparare che le nostre azioni hanno un impatto diretto sui risultati che otteniamo.

La mentalità da reality show

Molto spesso ci poniamo obiettivi irrealizzabili e ci creiamo quindi aspettative troppo alte. Soprattutto mettiamo in atto quella che Shawn Achor** definisce “mentalità da reality show“. Vale a dire pensare che l’unico cambiamento vero e utile debba essere immediato, di dimensioni ciclopiche e, soprattutto, avvenire nell’arco di tempo di una puntata in TV. Ecco, questi tre elementi sono l’autostrada per il fallimento. Così facendo, infatti, vedremo la nostra autostima e il nostro senso di controllo crollare miseramente.

Invece, sarebbe bene stabilire obiettivi di difficoltà moderata, cioè non troppo facili da annoiarci ma nemmeno così ardui da scoraggiarci. Questa modalità ci aiuta ad accrescere la fiducia in noi stessi e ci porta a un miglioramento continuo e graduale. Ricordati che:

piccoli successi possono sommarsi tra loro e portare a grandi risultati.

**Il Vantaggio della felicità – Shawn Achor

 

Sempre in tema di obiettivi, può interessarti leggere Mantenere i buoni propositi in 3 passi

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