Ricordi l’ultima volta che uno sconosciuto è stato gentile con te? Quella persona che ti ha aiutata con le indicazioni stradali o quella vicina che spazza sempre anche il tuo lato del pianerottolo… E ricordi l’ultima volta in cui sei stata tu ad essere gentile con qualcuno? Se ricordi come ti sei sentita in entrambe queste occasioni, allora sai già che la gentilezza ha un potere trasformativo enorme. Cerchiamo di conoscerla meglio e di capire come usarla anche nel nostro ruolo di caregiver.
Cos’è la gentilezza?
La gentilezza è un’azione che lascia il destinatario in una situazione migliore rispetto a prima. Non è solo sorridere e dire grazie: è un’intenzione ben precisa di trattare l’altro (e noi stesse) con tenerezza, rispetto e benevolenza. Significa dare valore all’altro (o a noi) perchè comprendiamo la preziosità della sua vita.
Letizia Espanoli dà una definizione della gentilezza che mi piace tantissimo: “La gentilezza è la cautela con la quale tu incontri la tua fragilità e quella dell’altro”. Pensaci un attimo: come sarebbe “maneggiare” il tuo caro come se fosse un fragile cristallo? E come sarebbe “maneggiare” TE con quella stessa cautela e delicatezza?
Un atto di gentilezza non deve essere un gesto eroico o estremamente costoso. Non parliamo di gettarsi in un edificio in fiamme o di vendere la nostra casa per sfamare i bisognosi. La gentilezza è ovunque: in un sorriso, in un caffè offerto a qualcuno, nel tenere la porta aperta a chi sta entrando con le borse della spesa, nel darti lo smalto colorato, nel regalarti una passeggiata al mare…
E’ gentilezza tutto ciò che ci permette di rimanere umani, che ci fa avere la premura di trattare le relazioni (con noi stesse e con gli altri) con delicatezza e tenerezza. Ma, soprattutto, la gentilezza è azione.
Sì, va bene, ma qual è il vantaggio per me?
Sono felice che tu lo abbia chiesto perchè ora arriva la parte davvero interessante!
Il vantaggio della gentilezza è evidente per chi la riceve: si trovava in un momento di bisogno e ha ricevuto assistenza. Ma la gentilezza migliora anche la tua vita, anzi, la ricerca scientifica ci dice che essere gentili ci rende più felici che ricevere un gesto altruistico.
Ecco quali sono i benefici della gentilezza:
- promuove la nostra salute fisica e mentale
- abbassa i livelli di stress e ansia
- migliora il funzionamento del sistema immunitario
- aumenta le nostre capacità di relazione con gli altri
- stimola la produzione di serotonina, ossitocina ed endorfine, cioè quei neurotrasmettitori che ci predispongono alla felicità (te ne ho già parlato qui).
Vari studi scientifici confermano che c’è una relazione positiva tra gli atti di gentilezza che tu compi e la percezione di felicità e di qualità di vita che hai. Addirittura, semplicemente assistere ad un atto di gentilezza compiuto da altri ti fa stare bene e ti sprona ad essere gentile a tua volta.
Ecco l’onda che si propaga e trasforma tutti: chi fa l’atto, chi lo riceve e chi assiste alla cosa. Tutte le parti provano sensazioni di benessere e soddisfazione e sono stimolate a compiere a loro volta atti di gentilezza. Non so a te, ma a me questa roba trasmette gioia ed entusiasmo a palla!!!!!!
E che c’entra la gentilezza col caregiving?
Ma che domande interessanti mi fai! 🙂
Diamo uno sguardo alla gentilezza anche inserendola nell’ambito dell’assitenza ad un anziano non più autosufficiente. La persona di cui ti prendi cura è sicuramente fragile: vuoi per l’età, vuoi per le patologie che ha, penso di poter dire con tranquillità che è “qualcosa da maneggiare con cautela”. Se, come abbiamo detto prima, la fragilità implica il valore, agire con benevolenza, rispetto e tenerezza dovrebbe venire automatico.
Mi piace pensare che la gentilezza sia il braccio armato della compassione, cioè di quella percezione della sofferenza altrui che ti fa desiderare di fare qualcosa per farlo stare meglio. E’ nella compassione che nasce l’intenzione di applicare la gentilezza in tutti i tuoi gesti di cura. Anche in quelli verso te stessa. Sempre Letizia Espanoli scrive: “La gentilezza diventa l’imprescindibile stile con il quale stiamo in relazione con noi stessi”.
Mi hai convinto: sono pronta a mettere in pratica la gentilezza!
Una volta scelto di propagare l’onda della gentilezza, vedrai che non ti fermerai più: diventerai una persona capace di creare “agguati di gentilezza intenzionale” per sè stessa e per gli altri e vedrai la tua felicità aumentare rapidamente.
Inizia ponendoti l’obiettivo di fare ogni giorno almeno un atto di gentilezza. Poi ti verrà naturale aumentare il numero man mano che ci prendi gusto. Alcune idee possono essere:
- lasciare un caffè pagato al bar per chi verrà dopo di te
- aiutare la signora anziana a portare la borsa della spesa
- scrivere dei bigliettini con frasi gentili e lasciali sotto i tergicristalli delle macchine
- mandare un messaggio ad un amico per dirgli quanto ci tieni e sei grata che sia nella tua vita
- regalare sorrisi a chiunque incontri
- fare un complimento sincero
- e non scordarti di te: compra il tuo tè preferito, regalati una coccola, ritagliati 5 minuti per ascoltare quel brano che ti emoziona sempre, fatti la pedicure… Divertiti, meravigliati, abbracciati…
La gentilezza non è qualcosa che richiede duro lavoro o enormi quantità di tempo e denaro. E’ qualcosa che tutti noi possiamo scegliere di raggiungere ogni giorno. Ora che conosci il potere della gentilezza e i suoi benefici per te e per chi la riceve, sono sicura che vorrai portarla nella tua vita. E magari l’atto premuroso di oggi potrebbe essere condividere questo articolo così che anche altre persone possano scoprire questa meravigliosa onda trasformatrice.
Approfondimenti e risorse
- Non sai come manifestare gentilezza? Su questo sito troverai un sacco di idee.
- Qui trovi tante sfide e altre risorse per sviluppare la gentilezza.
- Un libro da leggere: “La gentilezza nelle relazioni di cura” di Letizia Espanoli