La stanchezza da compassione può danneggiare chi si prende cura di qualcuno
L’assistenza è una responsabilità totalizzante, che si tratti di assistenza personale pratica o di gestione dell’assistenza a distanza. Ciò può esporti al rischio di quella che viene chiamata “compassion fatigue“, cioè la fatica da compassione.
La compassion fatigue può essere un effetto collaterale dell’assistenza a qualcuno in difficoltà. Provoca esaurimento fisico ed emotivo e riduce la capacità di provare empatia. È comune nei dottori, negli infermieri e in altri professionisti della salute ed è chiamata stress traumatico secondario. Fondamentalmente, ti stressi perché aiuti continuamente o vuoi aiutare gli altri che soffrono. Se non gestita, la compassion fatigue peggiora notevolmente la salute e il benessere.
Riduce anche la tua capacità di prenderti cura del tuo anziano. Non puoi essere coinvolto, affettuoso e premuroso perché semplicemente non ne hai più la forza. Per proteggerti è fondamentale apprendere buone strategie di auto-cura e tecniche di adattamento.
In questo articolo, ti spiego la differenza tra burnout e compassion fatigue, ti segnalo ciò a cui devi fare attenzione e ti lascio 8 suggerimenti pratici su come affrontare la fatica della compassione.
Fatica della compassione vs burnout
La stanchezza da compassione e il burnout presentano sintomi simili, ma ci sono alcune differenze fondamentali.
Il burnout (che letteralmente significa “bruciato, esaurito, scoppiato”) di solito si sviluppa nel tempo e in un contesto lavorativo. I principali segnali di burnout includono esaurimento emotivo e fisico, sentimenti di negatività e indifferenza e la sensazione di non riuscire a portare a termine il lavoro.
La compassion fatigue si verifica quando si rimane traumatizzati dalla sofferenza del proprio adulto anziano, quando si vede che gli interventi di cura non hanno effetto e questo ci causa un dolore emotivo. Cosa che ci spinge a dare sempre di più fino all’esaurimento. Possiamo dire che la fatica da compassione è il costo emotivo della cura.
Segnali comuni di compassion fatigue
La fatica da compassione è fondamentalmente una nube che oscura la cura e la preoccupazione che hai per il tuo anziano. Quando si abusa della compassione senza prendersi del tempo per ricaricarla regolarmente, la capacità di provare emozioni e prendersi cura degli altri si esaurisce. Per questo ti raccomando spesso di prenderti cura di te, di trovare il tempo per riposare, divertirti, fare qualcosa per te stessa.
I segnali più comuni della compassion fatigue includono:
- Esaurimento fisico o emotivo (o entrambi)
- Ridotti sentimenti di simpatia o empatia
- Temere di prendersi cura di qualcuno e sentirsi in colpa per questo
- Sentirsi irritabili, arrabbiati o ansiosi
- Mal di testa
- Difficoltà a dormire
- Isolarsi
- Sentirsi disconnessi
- Riduzione del senso di realizzazione o di significato nell’assistenza
- Difficoltà nel prendere decisioni
- Problemi nelle relazioni personali
Come affrontare la compassion fatigue
1. Sii consapevole dei livelli della tua fatica
Il livello di stress e il modo in cui ti senti nei confronti dell’assistenza possono cambiare di giorno in giorno e possono anche dipendere dalla salute dell’anziano. Prendendo regolarmente nota di come ti senti, puoi monitorare i tuoi livelli di stress e di affaticamento da compassione nel tempo.
Potresti provare a dare una valutazione di come ti senti su una scala da 1 a 10. Ad esempio, se di solito ti senti irritata e sopraffatta e hai difficoltà a dormire a causa delle preoccupazioni, potresti stabilire di avere un livello 7 e annotare alcuni dei sintomi principali.
La scala dipende da te: 1 potrebbe significare nessun sintomo, 5 potrebbe significare una serie di sintomi che vanno e vengono e 10 potrebbe significare che i tuoi sintomi sono così gravi e persistenti che la tua salute è a serio rischio.
Tenere sotto controllo i livelli di affaticamento da compassione e i sintomi principali ti aiuta a notarli e ad agire prima di raggiungere un livello troppo elevato, come 9 o 10.
2. Fai della cura di te una priorità
Prendersi cura di te non è un lusso: è essenziale per l’assistenza a lungo termine. Ti mantiene mentalmente e fisicamente sana e ti protegge dalla compassion fatigue. So che può sembrare egoistico prenderti del tempo per te, ma se sei esaurita, sopraffatta e irascibile, questo si farà sicuramente notare quando ti prendi cura del tuo anziano. Quando stai bene, sei in grado di prenderti cura degli altri in modo migliore.
Ogni persona ha un modo diverso di prendersi cura di sé, ma in generale, probabilmente vorresti:
- Fare movimento regolarmente
- Mangiare una dieta sana
- Avere una buona routine del sonno e ottenere un sonno di qualità il più possibile
- Prenderti del tempo per te ogni giorno, anche solo 10 minuti
- Ottienere aiuto con l’assistenza o le faccende domestiche
- Trovare modi per prenderti delle pause dall’assistenza, ad esempio ricorrendo al ricovero di sollievo.
3. Trascorri del tempo con gli amici
Una parte importante del mantenimento dell’equilibrio durante l’assistenza è mantenere le tue relazioni sociali. Questo aiuta a prevenire solitudine, isolamento e depressione. Trascorrere del tempo con gli amici chiacchierando, condividendo un pasto o facendo una passeggiata insieme sono ottimi modi per liberarti dallo stress e distogliere la mente dalle preoccupazioni legate all’assistenza.
4. Partecipa a un gruppo di supporto
I gruppi di supporto per chi presta assistenza sono pieni di persone che si trovano in situazioni simili alle tue: capiranno davvero cosa stai attraversando. Partecipare a questi gruppi, online o di persona, può migliorare significativamente la qualità della tua vita, perché ti sentirai meno sola e potrai confrontarti su come gestire situazioni difficili, sfogare le tue frustrazioni, apprendere nuove tecniche di adattamento e molto altro.
5. Scrivi un diario
Una tecnica efficace per ridurre lo stress, perfetta per chi si prende cura di qualcuno, è tenere un diario. Si è scoperto che mettere su carta i propri pensieri e sentimenti ha un effetto molto terapeutico. Tenere un diario ti aiuta a elaborare pensieri ed emozioni e può anche aiutarti a trovare soluzioni alle sfide o a prendere decisioni difficili.
Inoltre, scrivere un diario è gratuito, scegli tu quanto tempo dedicarci in base ai tuoi impegni e può essere fatto ovunque.
6. Utilizza metodi positivi per bilanciare lo stress
Dopo una giornata difficile, si è tentati di sedersi davanti alla TV con un sacchetto di patatine o biscotti e una bottiglia di vino, ma queste non sono tecniche di adattamento positive. Piuttosto, stila un elenco di strategie di adattamento positive e sane. L’idea è quella di fare cose che ti faranno sentire meglio nel breve termine e miglioreranno la tua salute e il tuo benessere nel lungo termine.
Suggerimenti per strategie sane:
- Fare una passeggiata
- Meditare
- Fare un allenamento di 4 minuti
- Praticare un po’ di respirazione diaframmatica
- Chiamare, mandare un messaggio o fare visita a un’amica
- Fare un bagno caldo o una doccia e un lungo massaggio con la tua crema preferita
- Scrivere il diario
- Fare qualcosa di creativo: dipingi, colora, lavora all’uncinetto, sperimenta una nuova ricetta…
- Fare gli esercizi di Basta poco
7. Dedica del tempo agli hobby
Prima di diventare un caregiver, avevi sicuramente degli hobby e delle attività che ti piacevano. Prenderti regolarmente del tempo per queste attività è un ottimo modo per fare una pausa dalla cura dell’anziano.
Questo migliora la qualità della tua vita e riduce il rischio di “compassion fatigue” perché è un’attività divertente e creativa che fai solo per te stessa e non è correlata all’assistenza, al lavoro o alle faccende domestiche.
8. Parla con un professionista
Se i tuoi livelli di affaticamento da compassione stanno aumentando troppo, o se vuoi evitare che lo facciano, parlare con un professionista può darti sollievo e aiutarti a gestire pensieri negativi, stress, cambiamenti e molto altro ancora. Un professionista può guidarti verso metodi efficaci per ridurre la fatica della compassione e gestire le emozioni difficili che derivano dal ruolo di caregiver.