Per qualcuno, comunicare con i genitori è stato un problema fin dall’infanzia. Ma anche se non è stato così, se adesso i tuoi genitori sono anziani e hanno bisogno della tua assistenza, comunicare con loro potrebbe essere un’impresa ardua. Quando si tratta di parlare a mamma o papà di qualunque argomento relativo al loro invecchiamento, sembrano esserci due tipi di reazioni: o accolgono le tue idee ed opinioni, oppure alzano un muro di caparbietà e ostinazione. Che fare dunque? Vediamolo insieme.
Prima che gli attriti costanti sfocino in liti furiose o in rabbia repressa (che fa male sia a te che al tuo caro), esamina i suggerimenti che seguono. Magari non sono tutti utili o applicabili in alcune situazioni, ma rifletterci su e cercare di applicarli ti garantirà che stai facendo tutto il possibile per avere una comunicazione produttiva.
1. Ascolta
Il primo passo verso una comunicazione efficace è ascoltare. Ma ascoltare davvero, non in maniera distratta o pensando a come ribattere per avere ragione. Non interrompere il tuo caro mentre parla, non riempire subito ogni piccola pausa di silenzio magari cercando di finire la sua frase o di suggerire quella parola che non gli viene. Una pausa potrebbe significare che il tuo familiare sta contemplando una risposta, riflettendo sulla conversazione e su come rispondere. Ricorda sempre che i suoi tempi di elaborazione dei concetti sono più lunghi dei tuoi, anche se non ha problemi di degenerazione cognitiva.
2. Trattali come adulti: lo sono
Magari sembra che il tuo caro si comporti come un bambino testardo e capriccioso, ma non è un bambino. E’ un adulto e qualunque conversazione che hai con lui o lei deve provenire da un luogo di rispetto e di considerazione. Parla CON lui/lei invece che A lui/lei.
Lascia che l’anziano che assisti prenda parte al processo decisionale quando è possibile: lo aiuta a sentire di avere il controllo. Ad esempio, se state discutendo relativamente alla situazione finanziaria, potresti dire: “Come pensi che questa cosa possa essere gestita al meglio? Dimmi le tue idee”.
Se permetti all’anziano di dare suggerimenti, gli dai voce, gli offri di essere parte attiva della soluzione invece che solo un peso morto. Ed è molto più probabile che si adatti ai cambiamenti, se sente di aver contribuito a deciderli.
3. Non è solo quello che dici, è il come lo dici
Quello che dici è sicuramente importante, soprattutto quando affronti argomenti come la necessità di un’assistenza continua o di un ricovero o di una terapia complessa. Ma anche il come lo dici, il tono del discorso è essenziale.
Chiunque si senta sgridato, arringato, trattato con prepotenza oppure con condiscendenza si mette sulla difensiva e tende a interrompere la conversazione. Sei d’accordo? Allora, osserva attentamente il modo in cui comunichi, il tono di voce, la postura che tieni mentre parli: potrebbe nascondersi qui il motivo per cui il tuo caro non ti ascolta.
4. Parla chiaramente
A molti anziani non piace ammettere di avere problemi di udito o di avere difficoltà a comprendere la conversazione. Mantieni la calma e parla in modo gentile e concreto. Se serve, alza un po’ il volume della voce ma non urlare. Assicurati di pronunciare distintamente le parole, non borbottare e non parlare troppo velocemente. Tieni una posizione frontale e con il viso non penombra, così che il tuo caro possa essere aiutato dal labiale.
Fai attenzione anche all’ambiente: se c’è la tv accesa, spengila oppure togli il volume, chiudi la finestra se all’esterno ci sono troppi rumori forti. Più l’ambiente è calmo e rilassante, meglio è. Valuta anche se coinvolgere altre persone nella discussione come un fratello oppure se può essere utile una terza persona più distaccata, come un medico o un altro professionista.
5. Non sei tu, sono io
Prima di affrontare una conversazione su un tema particolamente delicato o complesso, prenditi un attimo per osservare come ti senti tu al riguardo. E’ un argomento che ti spaventa? Ti senti sopraffatta? Riconoscere le tue emozioni ti aiuta a sentirti più calma e poi puoi parlarne apertamente con il tuo caro.
Spiegare a tua madre che non dormi la notte perchè sei preoccupata che possa avere un incidente è molto diverso dal dire: ” Ci vedi male, finirai per ammazzarti. Smetti di guidare”.
Una delle paure più grandi delle persone anziane è quella di essere un peso per i propri figli ed è il vero motivo di tanti rifiuti e resistenze ad ottenere aiuto: spiegare onestamente come la loro riluttanza ti stia causando proprio quel temuto fardello può contribuire notevolmente a facilitare le cose.
Una strategia di comunicazione che viene spesso insegnata è la “Comunicazione io”: significa parlare dal tuo punto di vista e quindi iniziare le frasi con la parola io. Ad esempio: “Io penso questo… il mio punto di vista è… questo mi fa sentire… a me sembra che… mi piacerebbe che tu facessi…”.
Perchè questa modalità è utile? Perchè apre alla negoziazione e allo scambio, invece di far sembrare che tu sei l’unica ad avere la verità assoluta e che ciò che dice il tuo vecchio è sbagliato a priori.
6. Parla dei comportamenti, non della persona
Un errore comunicativo che tendiamo a fare tutti è giudicare ed esprimere giudizi sulla persona, generalizzando e facendo supposizioni. Questo tipo di modalità comunicativa è generalmente caratterizzata dall’utilizzo di parole come “sempre” e “mai” e ha l’effetto di arrvare addosso all’altra persona come una secchiata d’acqua fredda. Frasi come: “Tu fai sempre così… non fai mai questo… sei sempre… non sei mai…”, sono giudizi rivolti alla persona, alla sua identità. E’ un po’ come dirle: non mi vai bene come sei perchè sei sbagliato.
Se invece utilizzi quella che viene definita comunicazione empatica o non violenta, tu ti riferisci al comportamento e non all’identità. So che sembra un concetto un po’ complicato ma se ti faccio un esempio, sono sicura che capisci al volo.
A) “Non mi ascolti mai e vuoi sempre fare il comodo tuo!”
B) “Quando non mi rispondi, ho la sensazione che tu mi ignori e che non dia peso alle mie opinioni e questo mi irrita. Possiamo parlarne?”
Vedi la differenza tra l’esempio A e l’esempio B? Immagina che queste frasi vengano dette a te e osserva che reazioni ti suscitano. Penso che differenza adesso sia chiara, ma se non fosse così, contattami e cercherò di spiegartelo meglio.
7. Mettiti nei suoi panni
Quando hai a cuore un anziano fragile l’empatia è la parola d’ordine. Prova a metterti nei suoi panni: non riesce più a fare cose come infilarsi i calzini o le scarpe, deve dipendere dagli altri per la spesa o gli spostamenti, magari deve usare il pannolone, ogni volta che va in ospedale un pezzetto della sua dignità si sgretola, fa fatica a comprendere le nuove tecnologie, spesso ha patologie che gli causano dolore e lo rallentano, deve prendere farmaci che possono alterare l’umore o il senso del gusto, ha visto morire persone care…
La maggior parte degli anziani sperimenta una serie di perdite man mano che invecchia e si sforza di mantenere il controllo di dè stesso e del proprio ambiente. Teme di essere un peso e vede la morte che si avvicina, cosa che per tantissime persone è spaventosa.
Vale la pena che tu ti sforzi un pochino per coinvolgere la persona cara nelle conversazioni e nelle decisioni a cui è in grado di partecipare. Magari puoi scoprire quali aspetti dell’indipendenza vuole e può mantenere, che cosa la preoccupa, quanto è importante per lei vivere nell’ambiente che conosce.
8. Scegli le tue battaglie
Molti anziani affrontano sfide crescenti con l’avanzare dell’età, tra cui limitazioni di mobilità, diminuzione della resistenza, solitudine e problemi di memoria. Sebbene il tuo obiettivo sia sempre garantire il loro benessere, affrontare tutti i problemi contemporaneamente può essere frustrante e imbarazzante per un anziano. Prova invece a dare delle priorità ai problemi che vuoi affrontare e ricordati anche di celebrare le piccole vittorie, come un esame o una visita che è andata bene o un piatto che il tuo caro è riuscito a cucinare.
9. Ridi quando puoi
La risata è davvero la migliore medicina. Spesso fioriscono momenti divertenti, anche nelle situazioni di accudimento più difficili e stressanti. Sii aperta all’opportunità di alleggerire le cose e prenderle un po’ meno sul serio. Una risata condivisa può alleviare la tensione e creare vicinanza con i tuoi cari. Tuttavia, assicurati di ridere con i tuoi familiari e non di loro.
10. Comunicare con un genitore che soffre di demenza
“Stefania, ma mia madre ha l’Alzheimer: non capisce, non può certo partecipare a una conversazione!”. Comprendo che di fronte a patologie che vanno a compromettere le facoltà intellettuali di una persona, l’idea di comunicare sembri roba di fantascienza.
In una delle interviste che faccio per il mio gruppo dedicato ai caregiver, ho incontrato Letizia Espanoli e la sua profonda esperienza con le demenze e la cura degli anziani. Tra le tante cose interessanti che sono emerse dall’intervista, una mi ha colpita in particolare: la persona con demenza forse non capisce le parole, ma sicuramente capisce le emozioni.
Se tu ti arrabbi, si agita anche lui o lei. Se tu sei calma, è tranquillo anche lui o lei. Quindi abbi cura delle tue emozioni, così da poter avere cura anche di quelle del tuo caro. E poi:
- accetta la situazione: non stai parlando con la mamma o il papà con cui sei cresciuta. Sai che la demenza può alterarela personalità, le percezioni e altro ancora. Quindi parla con la persona che è adesso.
- semplifica: quando parli con qualuno affetto da demenza, mantieni la comunicazione semplice e le scelte limitate. Niente domande lunghe e articolate con troppe opzioni che finiscono per essere frustranti. “Vuoi il pollo o il tacchino per pranzo? Vuoi indossare le scarpe nere o quelle marroni?”… e via così!
- scegli il momento giusto: parla con i tuoi quando riescono a concentrarsi meglio, non quando sono stanchi o distratti. Non lanciare ultimatum o critiche pesanti: se la faccenda diventa esasperante, prenditi un momento di pausa o chiedi a un familiare di intervenire, ma niente lotte di potere.
Concentrati su rispetto e accettazione
L’invecchiamento è una delle poche cose veramente sicure che ciascuno di noi si troverà ad affrontare nella vita. Il filo conduttore di questi suggerimenti sono sempre il rispetto e l’accettazione: quando queste due cose guidano la tua comunicazione con il tuo caro (e con chiunque altro), essa sarà sempre più efficace.
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