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Caregiver? Insieme è meglio!

21 Set, 2023 | caregiver, Crescita personale

Al mondo esistono quattro categorie di persone: chi è caregiver, chi lo è stato, chi lo sarà e chi ne avrà bisogno. (Rosalynn Carter)

Prendersi cura di un genitore con una malattia o un’altra condizione che limita più o meno gravemente la sua autonomia è un compito molto impegnativo. Come caregiver familiare ti assumi la responsabilità di fornire assistenza fisica ed emotiva (e a volte anche economica) alla persona che ti sta a cuore. Questo genera facilmente stress, fatica, solitudine, irritabilità, frustrazione, sensi di colpa, tristezza, senso di impotenza. Giusto per dirne qualcuna.

Le sfide di un caregiver

Le sfide che affrontiamo come caregiver sono diverse e, ovviamente, possono cambiare molto da persona a persona, a seconda della situazione e del contesto. Quelle che secondo me ricorrono più spesso sono:

  • Stress e fatica: prendersi cura di una persona anziana, malata o disabile è molto impegnativo e richiede tempo ed energie. La fatica fisica e mentale è parte integrale della tua vita quando assisti un genitore anziano. Spesso quella fatica diventa ansia, depressione, burnout.
  • Solitudine: capita anche a te di sentirti l’unica che vive questo tipo di soluzione? Il senso di isolamento e di solitudine, l’impressione che nessuno riesca a capirti ti fa pensare di essere un po’ come la particella di sodio nella famosa pubblicità dell’acqua minerale…
  • Il tempo: incastrare famiglia, lavoro, gestione della casa e assistenza all’anziano è un gioco degno delle migliori equilibriste! Quello che di solito viene sacrificato è il tempo per te stessa, per prenderti cura di te, per dedicarti alle tue passioni, per ricaricare le pile.
  • Mancanza di supporto: se vivi questa situazione lo sai, è molto difficile trovare aiuto, sia da enti e istituzioni, sia da parenti e amici. La difficoltà di trovare informazioni precise e risorse utili non fa che accentuare il senso di solitudine che già provi.
  • Carico economico: la gestione di un genitore anziano ha molto spesso un forte impatto economico. Da un lato non sempre la pensione basta per coprire tutte le spese, dall’altro a volte si devono ridurre le ore lavorative o addirittura licenziarsi per poter fare fronte all’impegno della cura. Il risultato è comunque una riduzione del proprio benessere economico che non fa che accrescere e aggiungere tensioni e preoccupazioni a quelle già esistenti.

Tutti questi aspetti si alimentano a vicenda creando un circolo vizioso che ti lascia sola, stanca, esausta e sconfitta. Per fortuna però non sei sola, per niente! Anzi, la tribù dei caregivers è sempre più numerosa (anche se lo Stato non se ne accorge…).

I gruppi A.M.A.

Un gruppo di Auto Mutuo Aiuto (A.M.A.) è un’importante risorsa per i caregivers familiari. Ne hai mai sentito parlare? E’ un gruppo di pari, cioè persone che vivono la medesima situazione e che si riuniscono per condividere le proprie esperienze e sostenersi a vicenda. Il gruppo A.M.A. è un “luogo” sicuro (fisico oppure virtuale) dove il caregiver può sentirsi compreso e non giudicato ed è un ottimo modo per trovare supporto, condividere esperienze e imparare da altri caregivers.

Ecco alcuni dei benefici che ti regala partecipare a questo tipo di gruppo:

  • Ti senti meno sola.  Parlare con altre persone che capiscono cosa stai passando ti aiuta a ridurre quella sensazione di solitudine di cui abbiamo parlato prima.
  • Trovi sostegno.  Il gruppo fornisce un senso di comunità e sostegno. Ti offre un ambiente di supporto in cui puoi esprimere le tue emozioni e i tuoi bisogni e ricevere comprensione e sostegno da altri che stanno vivendo esperienze simili.
  • Apprendi. Il gruppo può essere anche un’opportunità per imparare nuove cose, sia dagli altri caregivers che dal facilitatore che lo guida. Puoi scoprire nuove strategie per gestire lo stress e il tuo tempo oppure sapere a quali uffici rivolgerti per le pratiche burocratiche e tanto altro.
  • Migliori il tuo benessere. Condividere, parlare, essere ascoltata, avere supporto, sono tutte cose che ti fanno sentire meglio e allontanano da te il burnout.
  • Rinforzi la tua autostima. Grazie al gruppo di Autu Mutuo Aiuto puoi riconoscere il tuo valore e l’importanza del tuo contributo, cosa che ti fa sentire più forte e resistente.

E’ nato!!!!!

Io sono caregiver da tanti anni, ma solo da pochi mesi ho realmente preso coscienza di esserlo e ho iniziato a riflettere su ciò di cui avrei bisogno, su come mi sento e su come ha impattato sulla mia vita questo ruolo. Mi sono anche resa conto di come gli strumenti e le conoscenze che ho appreso negli ultimi 8 anni siano preziosi e mi abbiano consentito di superare momenti molto difficili, di avere pazienza e di affrontare la maggior parte dei miei giorni con il sorriso.

Per questo ho deciso di mettere a disposizione di altri caregivers la mia esperienza e le mie conoscenze e di fare qualcosa di concreto per dare supporto a questa tribù di invisibili.

Il mio primo passo (perchè ce ne saranno tanti altri) in questa direzione è proprio creare un gruppo di Auto Mutuo Aiuto per i caregivers. E’ quindi con molta gioia che ti annuncio la nascita di OHANA – Il “privè” dei caregivers!! Per ora è solo un gruppo privato su Facebook, ancora deserto, ma presto inizieranno le riunioni: ne faremo una al mese che durerà un paio d’ore e ci sarà la possibilità di vederci in presenza per chi abita a Pisa e dintorni, oppure online.

Ecco perchè ho scelto di chiamare così il mio gruppo:

  1. OHANA” nella lingua hawaiana significa famiglia, non solo intesa come parentela disangue, ma nel suo senso più ampio e profondo che va a comprendere tutte le persone con cui ci sentiamo affini, con cui condividiamo esperienze ed emozioni. Citando Stitch: “Ohana significa famiglia, e famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato“.
  2. Privè” perchè sarà un luogo esclusivo interamente dedicato ai caregivers e con contenuti pensati appositamente per loro.

Se ti piace l’idea e vuoi partecipare al mio gruppo A.M.A. ecco cosa devi fare:

  1. iscriviti al gruppo Facebook e presentati, dicendomi anche se parteciperesti alle riunioni in presenza oppure online;
  2. se non sei su Facebook, scrivimi una email all’indirizzo stefania@stefaniapanelli.it oppure da qui;
  3. se conosci altri caregivers, fai leggere questo articolo anche a loro, così che sappiano che non sono soli.

 

 

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